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Riportando tutto a casa - a cura di Lorenzo Madaro
 
 
 
Dove e Quando
Museo delle Navi romane
Via di Diana 13-15 - Lago (Nemi) (RM)
Da DOM 7 MAGGIO 2023 a SAB 30 SETTEMBRE 2023

Come
Evento per: Adulti, Giovani, Ragazzi
Specifiche pagamento: Ingressi: intero € 4,00, agevolato € 2,00 (dai 18 ai 25 anni), fatte salve le agevolazioni previste dal regolamento di ingresso ai luoghi della cultura italiani, consultabili nel sito web del MiBAC. Domenica 5 marzo ingresso gratuito per la "Domenica al Museo"
Prenotazione: No
 
NOTE
Apertura: dal martedì alla domenica 9:00-19:00 (ultimo ingresso ore 18:00).
Per informazioni
Tel: 069398040
 

Inaugurazione: Domenica 7 maggio alle ore 11.

Ventitré artisti italiani contemporanei dialogano con la straordinaria collezione del Museo delle Navi Romane di Nemi.
In mostra opere di Paolo Assenza, Antonio Barbieri, Canicola, Dario Carratta, Cosimo Casoni, Giovanni Chiamenti, Matteo Costanzo, Fabrizio Cotognini, Giovanni Di Cataldo, Valerio Di Fiore, Gioia Di Girolamo, Luca Di Terlizzi, Marco Emmanuele, Francesco Fossati, Federika Fumarola, Alberto Gianfreda, Alessandro Giannì, Giulia Manfredi, Caterina Morigi, Nero/Alessandro Neretti, Luca Petti, Giusy Pirrotta e Andrea Polichetti.
 
"Riportando tutto a casa" è un progetto di Contemporary Cluster a cura di Lorenzo Madaro, in collaborazione con la Direzione regionale Musei Lazio - Museo delle Navi Romane di Nemi e con il supporto di Fondazione BCC dei Castelli Romani e del Tuscolo.
 
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In un momento in cui nella dimensione espositiva il rapporto tra l’antico e il contemporaneo è al centro delle riflessioni curatoriali del presente, il progetto espositivo “Riportando tutto a casa” – qui si mutua il titolo di uno straordinario romanzo di Nicola Lagioia – propone un incontro corale tra artisti italiani di differenti geografie ed esperienze, attitudini e storie alle spalle, in dialogo con l’architettura e la collezione del Museo delle Navi Romane di Nemi, attraverso installazioni, dipinti, sculture, video arte e altri linguaggi in grado di generare una lettura ulteriore di un grande tema: il ricordo. Questo si declina attraverso frammenti, visioni, proposte immaginifiche, brandelli di materiali attraverso i quali gli artisti coinvolti elaborano una personale visione che si associa al grande repertorio di oggetti ritrovati, elementi rinvenuti durante importanti scavi archeologici degli ultimi decenni, con cui condividono una possibile e a volte contraddittoria familiarità.
Il pubblico è invitato a muoversi liberamente nello spazio, alla ricerca di possibili scenari. Le opere si fanno amare nella complessità del percorso, il visitatore le deve scovare tra le superfici i perimetri che accolgono reperti dell’archeologia subacquea, tracce dense di decenni di esperienze di ricerca finalizzate alla ricostruzione di differenti storie alla base della cultura occidentale.
È un denso carico di suggestioni, rabbia, poesia, progettualità, differenze dialettiche, ritualità e complessità che caratterizza il senso corale di questa mostra; come i protagonisti del romanzo di Lagioia su un fronte però esistenziale, gli artisti invitati – attraverso la condivisione di queste proprie esperienze con il segno tellurico e marino di questo speciale luogo dell’archeologia che si apre al presente – sono aperti al cambiamento, anche traumatico, del linguaggio e della ricerca.
La Direttrice del Museo delle Navi Daniela De Angelis sottolinea come il Museo delle Navi Romane stia vivendo una stagione di rinnovata attività di valorizzazione su più fronti, perché sia visto sempre più come un luogo accogliente, aperto a tutti e per tutti, e non un contenitore di oggetti vecchi e polverosi.
La realizzazione di progetti condivisi con il territorio rappresenta il cuore della mission della Direzione Regionale Musei Lazio e dei Musei territoriali come quello di Nemi, quindi il progetto di una mostra di arte contemporanea che si integri con l’esposizione permanente del Museo rientra in questa ideazione di nuovi percorsi di valorizzazione del Museo e delle sue collezioni.
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Inaugurazione: Domenica 7 maggio alle ore 11.

Ventitré artisti italiani contemporanei dialogano con la straordinaria collezione del Museo delle Navi Romane di Nemi.
In mostra opere di Paolo Assenza, Antonio Barbieri, Canicola, Dario Carratta, Cosimo Casoni, Giovanni Chiamenti, Matteo Costanzo, Fabrizio Cotognini, Giovanni Di Cataldo, Valerio Di Fiore, Gioia Di Girolamo, Luca Di Terlizzi, Marco Emmanuele, Francesco Fossati, Federika Fumarola, Alberto Gianfreda, Alessandro Giannì, Giulia Manfredi, Caterina Morigi, Nero/Alessandro Neretti, Luca Petti, Giusy Pirrotta e Andrea Polichetti.
 
"Riportando tutto a casa" è un progetto di Contemporary Cluster a cura di Lorenzo Madaro, in collaborazione con la Direzione regionale Musei Lazio - Museo delle Navi Romane di Nemi e con il supporto di Fondazione BCC dei Castelli Romani e del Tuscolo.
 
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In un momento in cui nella dimensione espositiva il rapporto tra l’antico e il contemporaneo è al centro delle riflessioni curatoriali del presente, il progetto espositivo “Riportando tutto a casa” – qui si mutua il titolo di uno straordinario romanzo di Nicola Lagioia – propone un incontro corale tra artisti italiani di differenti geografie ed esperienze, attitudini e storie alle spalle, in dialogo con l’architettura e la collezione del Museo delle Navi Romane di Nemi, attraverso installazioni, dipinti, sculture, video arte e altri linguaggi in grado di generare una lettura ulteriore di un grande tema: il ricordo. Questo si declina attraverso frammenti, visioni, proposte immaginifiche, brandelli di materiali attraverso i quali gli artisti coinvolti elaborano una personale visione che si associa al grande repertorio di oggetti ritrovati, elementi rinvenuti durante importanti scavi archeologici degli ultimi decenni, con cui condividono una possibile e a volte contraddittoria familiarità.
Il pubblico è invitato a muoversi liberamente nello spazio, alla ricerca di possibili scenari. Le opere si fanno amare nella complessità del percorso, il visitatore le deve scovare tra le superfici i perimetri che accolgono reperti dell’archeologia subacquea, tracce dense di decenni di esperienze di ricerca finalizzate alla ricostruzione di differenti storie alla base della cultura occidentale.
È un denso carico di suggestioni, rabbia, poesia, progettualità, differenze dialettiche, ritualità e complessità che caratterizza il senso corale di questa mostra; come i protagonisti del romanzo di Lagioia su un fronte però esistenziale, gli artisti invitati – attraverso la condivisione di queste proprie esperienze con il segno tellurico e marino di questo speciale luogo dell’archeologia che si apre al presente – sono aperti al cambiamento, anche traumatico, del linguaggio e della ricerca.
La Direttrice del Museo delle Navi Daniela De Angelis sottolinea come il Museo delle Navi Romane stia vivendo una stagione di rinnovata attività di valorizzazione su più fronti, perché sia visto sempre più come un luogo accogliente, aperto a tutti e per tutti, e non un contenitore di oggetti vecchi e polverosi.
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