di Marco Rinaldi
regia di Paolo Vanacore
con Toni Fornari, Riccardo Bàrbera e Carmen Di Marzo
Principio attivo: Psiche umana. Eccipienti: comicità esplicita; umorismo colto e raffinato; disturbi sessuali; psicanalisi.
Maurizio (Toni Fornari), già ultra quarantenne, soffre di eiaculazione precoce. Francesca (Carmen Di Marzo), la moglie di Maurizio, donna bellissima e irraggiungibile, dura e severa, si convince della malattia di Maurizio dopo la lettura di libri su libri di argomento psicanalitico. La donna passa con disinvoltura dalle teorie di Freud alle tecniche orientali in una gran confusione di discipline e studi sui più svariati argomenti, obbligando il marito a intraprendere una terapia psicanalitica dal fantomatico Dott. Grabski (Riccardo Bàrbera).
Peccato che il Dottor Grabski sia un cialtrone e caotico psicanalista freudiano, poi lacaniano, poi junghiano, a seconda del momento e dell’estro, che coinvolgerà il protagonista in un’improbabile quanto grottesca cura psicanalitica facendo subire al paziente tutte le tecniche possibili, declinate con metodi ortodossi e meno ortodossi caratterizzati da una serie di dialoghi esilaranti tra il dottore e Maurizio, nei quali il dottore tra l’altro vuole a tutti i costi far ammettere al suo paziente di essere un omosessuale latente, di odiare suo padre e desiderare sessualmente sua madre.
Durante la cura, Maurizio, oltre a perdere tutti i suoi soldi per star dietro al dottore, imparerà a proprie spese cosa vuol dire transfert, soffrirà, si metterà in discussione, avvolto dai dubbi, fino a far morire di crepacuore i genitori, a farsi lasciare e tradire dalla moglie e a rischiare di perdere il lavoro, tutto questo unicamente per rivendicare il proprio orgoglio ferito.