"Mia dolcissima Clara, l’ultima notte di Robert Schumann. Notturno fantastico per trio" è scritto e diretto da Giacomo Zito e interpretato dallo stesso Zito insieme a Chiara Di Stefano e Giordano Bonini.
di Giacomo Zito
liberamente tratto da “Il Richiamo dell’Angelo”
di Alessandro Zignani – Florestano Edizioni - Bari
Clara Wieck Chiara Di Stefano
dottor Franz Richarz Giordano Bonini
Robert Schumann Giacomo Zito
musiche di Robert Schumann a cura di Maurizio D’Alessandro
costumi di Giuseppe Avallone
contributi video di Francesco Russomanno
audio e luci Giulio Mignucci
regia di Giacomo Zito
Bonn. 28 luglio 1856. Sera. Clinica psichiatrica di Endenich. Camera di Robert Schumann. Il compositore giace sotto effetto dei sedativi. Il dottor Richarz ha sperimentalmente somministrato al paziente diverse sostanze. Clara sopraggiunge, e tra i due si innesca immediatamente un rapporto conflittuale. Richarz ne deduce che Clara non è stata spinta a far visita al marito moribondo per l’estremo saluto al poveretto. Clara, decisa ad assumersi il ruolo di unica vestale dell’opera di Schumann, vuole cancellare qualsiasi memoria della sua follia. Ed è lì per qualcos'altro...
Cosa si nasconde dietro la più romantica storia d’amore e di musica a cui l’Ottocento abbia assistito? Cosa mascheravano sotto una passione febbrile, affidata a fiumi di inchiostro, il più stravagante compositore tedesco e la pianista più famosa d’Europa? Cosa causò la pazzia di Robert Schumann? Perché Clara lo abbandonò in un manicomio fino alla morte? Le stesse domande che spingono il dottor Richarz, il primario della clinica psichiatrica di Endenich, ad una appassionata indagine alla ricerca della verità, il cui disvelamento comprometterà il medico stesso. Un “giallo”, dove carnefici e vittime si scambiano i ruoli mettendo in luce la moltitudine delle identità che abitano ciascun essere umano.
Riferimenti storici
La morte di Robert Schumann - uno dei più grandi compositori del Romanticismo - rimane avvolta nel mistero. Le cartelle cliniche furono fatte distruggere dai familiari dopo la sua morte, e ciò non fa che alimentarne il mistero. Clara Wieck, sua moglie, amorevolmente dedita a Robert fino al giorno del suo ricovero, mette in luce una sorprendente freddezza: non va mai a trovarlo e impedisce al marito di vedere i figli. Alla fine del luglio 1856 il dottor Franz Richarz, primario e proprietario della clinica, spedisce a Clara un telegramma: «Venga in fretta, se vuole trovare suo marito ancora vivo». Clara, figlia di Friedrich Wieck - il maestro di Schumann - e considerata già dai coevi la più grande pianista d’Europa, accorre al capezzale del marito accompagnata dall’amico intimo Johannes Brahms. Schumann morirà il giorno dopo.