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Antenati - The Grave Party - di e con Marco Paolini
 
 
Dove e Quando
Teatro Vascello
Via Giacinto Carini 78 - Roma (RM)
Da MAR 14 MARZO 2023 a DOM 19 MARZO 2023

Come
Evento per: Adulti, Giovani, Senior
Specifiche pagamento: Biglietto ridotto studenti e titolari di tessera BiblioPiù delle Biblioteche dei Castelli Romani (da richiedere a: promozione@teatrovascello.it)
Prenotazione: Si
Email di prenotazione: promozioneteatrovascello.it@gmail.com
Telefono di prenotazione: 065898031
Per informazioni
Tel: 065898031
 
Dal 14 al 19 marzo
Dal martedì al venerdì h 21 – sabato h 19 – domenica h 17
 
---
 
di e con Marco Paolini
musiche Fabio Barovero
assistenza tecnica Piero Chinello
produzione Michela Signori, Jolefilm
Durata: 105’
 
---
 
“La nostra storia è un poema epico in codice, un cammino tortuoso, una saga senza paragoni e noi non siamo né la fine, né il fine di quella storia…”.
Antenati è uno spettacolo legato al progetto La Fabbrica del Mondo, ripercorre l’evoluzione della nostra specie. Attraverso l’incontro immaginato con i nonni dei nonni, con le 4.000 generazioni che ci collegano ai nostri progenitori comuni, quel piccolo nucleo africano da cui tutti gli abitanti del pianeta della nostra specie provengono.
Alla parola è affidato il compito di far vedere questa stirpe di funamboli che ci ha preceduto e da cui abbiamo ereditato difetti e virtù.
L’oralità richiede immaginazione, leggerezza e ironia; l’epica chiede gesti, fatti memorabili ed emozione; il teatro richiede di credere a ciò che si ascolta sapendo che tutto è finzione.
Oralità, epica, teatro e finzione li abbiamo inventati noi, cose inutili che ci piacciono.
Siamo una specie curiosa e fragile, capace di adattarsi al clima per colonizzare gli angoli più remoti del pianeta. Siamo stati prede e siamo diventati predatori. Abbiamo inventato le cose, le parole per chiamarle e il modo per articolarle dentro un discorso e le abbiamo lasciate in eredità ai figli dei figli. Dentro il genoma di ogni individuo ci sono tracce, informazioni in codice di tutti coloro che lo hanno preceduto.
Nella finzione del teatro seguendo quelle tracce si ricostruiscono i fili dei legami che
permettono di organizzare una stravagante riunione di famiglia: tutti i nonni della storia chiamati a dar consiglio sul futuro della nostra specie a rischio di estinzione per catastrofici mutamenti climatici di origine antropica. Il narratore infatti sa di esser la causa dei suoi mali, si espone al consiglio ma manche al giudizio della specie.
I temi di fondo di Antenati sono l’evoluzione e l’ecologia, ma in chiave epico comica, i fatti e i problemi del presente si legano ai problemi del passato, colli di bottiglia dell’evoluzione, difficoltà e pericoli attraversati dai nostri antenati in 200.000 anni.
La nostra è una specie di funamboli: per abitare un pianeta in perenne disequilibrio servono doti da equilibrista, da domatore, da mago, da clown.
Darwin diceva che il soggetto dell’evoluzione è l’individuo più che la specie e che in ogni specie le differenze contano quanto le somiglianze. Competizione e collaborazione si bilanciano in modi sempre diversi, generazione dopo generazione.
Antenati comincia narrando di atomi e batteri e prosegue descrivendo la migrazione continua di quei nonni poco più che trentenni, il loro arrivo in risposta all’invito e il loro comico e commovente tentativo di capire noi, internet e la catasta di meraviglie utili e inutili di cui ci circondiamo.
 
“Nessuno di noi è solo uno, nessuno è uno solo uno, io sono fili e non dati, fili, fili…”.
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Dal 14 al 19 marzo
Dal martedì al venerdì h 21 – sabato h 19 – domenica h 17
 
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di e con Marco Paolini
musiche Fabio Barovero
assistenza tecnica Piero Chinello
produzione Michela Signori, Jolefilm
Durata: 105’
 
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“La nostra storia è un poema epico in codice, un cammino tortuoso, una saga senza paragoni e noi non siamo né la fine, né il fine di quella storia…”.
Antenati è uno spettacolo legato al progetto La Fabbrica del Mondo, ripercorre l’evoluzione della nostra specie. Attraverso l’incontro immaginato con i nonni dei nonni, con le 4.000 generazioni che ci collegano ai nostri progenitori comuni, quel piccolo nucleo africano da cui tutti gli abitanti del pianeta della nostra specie provengono.
Alla parola è affidato il compito di far vedere questa stirpe di funamboli che ci ha preceduto e da cui abbiamo ereditato difetti e virtù.
L’oralità richiede immaginazione, leggerezza e ironia; l’epica chiede gesti, fatti memorabili ed emozione; il teatro richiede di credere a ciò che si ascolta sapendo che tutto è finzione.
Oralità, epica, teatro e finzione li abbiamo inventati noi, cose inutili che ci piacciono.
Siamo una specie curiosa e fragile, capace di adattarsi al clima per colonizzare gli angoli più remoti del pianeta. Siamo stati prede e siamo diventati predatori. Abbiamo inventato le cose, le parole per chiamarle e il modo per articolarle dentro un discorso e le abbiamo lasciate in eredità ai figli dei figli. Dentro il genoma di ogni individuo ci sono tracce, informazioni in codice di tutti coloro che lo hanno preceduto.
Nella finzione del teatro seguendo quelle tracce si ricostruiscono i fili dei legami che
permettono di organizzare una stravagante riunione di famiglia: tutti i nonni della storia chiamati a dar consiglio sul futuro della nostra specie a rischio di estinzione per catastrofici mutamenti climatici di origine antropica. Il narratore infatti sa di esser la causa dei suoi mali, si espone al consiglio ma manche al giudizio della specie.
I temi di fondo di Antenati sono l’evoluzione e l’ecologia, ma in chiave epico comica, i fatti e i problemi del presente si legano ai problemi del passato, colli di bottiglia dell’evoluzione, difficoltà e pericoli attraversati dai nostri antenati in 200.000 anni.
La nostra è una specie di funamboli: per abitare un pianeta in perenne disequilibrio servono doti da equilibrista, da domatore, da mago, da clown.
Darwin diceva che il soggetto dell’evoluzione è l’individuo più che la specie e che in ogni specie le differenze contano quanto le somiglianze. Competizione e collaborazione si bilanciano in modi sempre diversi, generazione dopo generazione.
Antenati comincia narrando di atomi e batteri e prosegue descrivendo la migrazione continua di quei nonni poco più che trentenni, il loro arrivo in risposta all’invito e il loro comico e commovente tentativo di capire noi, internet e la catasta di meraviglie utili e inutili di cui ci circondiamo.
 
“Nessuno di noi è solo uno, nessuno è uno solo uno, io sono fili e non dati, fili, fili…”.
 
 
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