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Paesaggi del Corpo - Festival internazionale di danza
 
Nell'ambito di Paesaggi del Corpo
 
 
Dove e Quando
Teatro Artemisio Gian Maria Volonté
Via Edmondo Fondi s.n.c. - Velletri (RM)
DOM 31 OTTOBRE 2021 - ore 18:00

Come
Evento per: Tutti
Prenotazione: No
Per informazioni
Tel: 3312344833
 

Il Festival ha l'obiettivo di promuovere e diffondere la conoscenza della danza contemporanea in tutte le sue declinazioni con particolare attenzione a quei lavori che si collocano in un crocevia dove si incontrano le arti, innovando e dando vita a nuovi linguaggi

 

DACRU DANCE COMPANY in "People"

PEOPLE, “gente”, è un’analisi profonda e segreta – in alcuni istanti forse serafica – dei contorni degli esseri umani, esponenti di una razza che nella società contemporanea viene sempre più esposta a un fittizio contatto, fatto di sharing fotografico, di giudizi, di gradimento, di ‘seguito’ e ‘status’, inventati e proporzionalmente sempre più circoscritti – spesso esiliati – a una solitudine sociale. 

Solitudine / so•li•tú•di•ne/ *dal lat. solitudo-inis, der. di solus “solo”+.

La scena è frammentata in camere che diventano una chiara allegoria di case, corpi e menti: regna il perimetro di ogni cosa, seppur solitaria o sovrapposta. I confini sono definiti e raccontano la separazione fisica e mentale: non si patiscono e non si provano emozioni che non siano già conosciute, perché tutto quello che arriva è stato precedentemente riscontrato in un proprio vissuto personale. I DaCru indagano sulla straordinaria potenza (a volte violenza) delle distanze sociali, tema carissimo alla coreografa e già trattato in [zerocentimetri] (2019), messo in scena anticipando ciò che sarebbe poi diventato uno stato di fatto in tutto il mondo.

PEOPLE racconta come, in una spazio limitato e delimitato, ogni respiro diventi la ricerca di una piccola terra, di una “comfort zone”, dove si è ciechi a ciò che vive fuori.

Spazio / spà•zio/ *dal lat. spatium, forse der. di patēre “essere aperto”+ Una scena semplice e scarna, spogliata da effetti speciali: pochi oggetti quotidiani, minuscole stanze immaginate in uno spazio sconfinato: qui vive una straordinaria e densa folla di esseri viventi, separati ma allo stesso tempo troppo vicini per non desiderare di sentirsi uno.

"Ti sei mai sentito solo?"

 

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Il Festival ha l'obiettivo di promuovere e diffondere la conoscenza della danza contemporanea in tutte le sue declinazioni con particolare attenzione a quei lavori che si collocano in un crocevia dove si incontrano le arti, innovando e dando vita a nuovi linguaggi

 

DACRU DANCE COMPANY in "People"

PEOPLE, “gente”, è un’analisi profonda e segreta – in alcuni istanti forse serafica – dei contorni degli esseri umani, esponenti di una razza che nella società contemporanea viene sempre più esposta a un fittizio contatto, fatto di sharing fotografico, di giudizi, di gradimento, di ‘seguito’ e ‘status’, inventati e proporzionalmente sempre più circoscritti – spesso esiliati – a una solitudine sociale. 

Solitudine / so•li•tú•di•ne/ *dal lat. solitudo-inis, der. di solus “solo”+.

La scena è frammentata in camere che diventano una chiara allegoria di case, corpi e menti: regna il perimetro di ogni cosa, seppur solitaria o sovrapposta. I confini sono definiti e raccontano la separazione fisica e mentale: non si patiscono e non si provano emozioni che non siano già conosciute, perché tutto quello che arriva è stato precedentemente riscontrato in un proprio vissuto personale. I DaCru indagano sulla straordinaria potenza (a volte violenza) delle distanze sociali, tema carissimo alla coreografa e già trattato in [zerocentimetri] (2019), messo in scena anticipando ciò che sarebbe poi diventato uno stato di fatto in tutto il mondo.

PEOPLE racconta come, in una spazio limitato e delimitato, ogni respiro diventi la ricerca di una piccola terra, di una “comfort zone”, dove si è ciechi a ciò che vive fuori.

Spazio / spà•zio/ *dal lat. spatium, forse der. di patēre “essere aperto”+ Una scena semplice e scarna, spogliata da effetti speciali: pochi oggetti quotidiani, minuscole stanze immaginate in uno spazio sconfinato: qui vive una straordinaria e densa folla di esseri viventi, separati ma allo stesso tempo troppo vicini per non desiderare di sentirsi uno.

"Ti sei mai sentito solo?"

 

 
 
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