I concerti si tengono la domenica alle ore 11:15, con prenotazione obbligatoria.
Anche questa nona edizione della rassegna “Il ‘suono’ di Liszt a Villa d’Este” vedrà come argomento principale Beethoven (17/12/1770-26/3/1827) in occasione dei 250 anni dalla nascita.
Il titolo stesso di tale edizione, che nasce in un tempo così tormentato dalla pandemia di Covid-19, si riferisce alla volontà di non lasciare incompiuta l’esecuzione integrale, in questo anniversario, delle sinfonie del “gigante di Bonn” nella versione pianistica di Liszt sul pianoforte della nostra Rassegna, sostanzialmente identico a quello che lo stesso Liszt usò durante la sua favolosa carriera di concertista, ma che poi ebbe e suonò nella Villa d’Este di Tivoli negli ultimi anni di vita: da qui il titolo della Rassegna stessa, pur se da tre anni non si svolge più nella villa tiburtina, dove era nata dieci anni or sono per il bicentenario lisztiano.
“Riprendersi il tempo perduto” è quindi inteso come riprendere un percorso, interrotto per causa di forza maggiore, dopo un tempo sospeso in cui tanto ci è mancata l’emozione della musica dal vivo, di quella magica corresponsione di sensi tra interprete e pubblico che si crea in presenza e che la fruizione dei concerti in streaming, usata e quasi abusata in questo “tempo sospeso”, non riesce neppure lontanamente a suscitare. Siamo in fondo ancora nel 250° dalla nascita di Beethoven, che ufficialmente si chiuderà il 17 dicembre 2021 al compimento del 251° anno, e quindi – se non ci saranno nuove e inaugurate emergenze – potremo completare il progetto ampiamente in tempo, pur suddividendo la rassegna in due tranche: tra giugno e metà luglio e poi tra settembre e ottobre. Ci saranno in calendario le Sinfonie di Beethoven mancanti all’esecuzione integrale, nella versione pianistica di Liszt, intrapresa dalla scorsa edizione: Prima, Seconda, Settima e infine il suo culmine sinfonico, la grandiosa Nona, ma anche un concerto dedicato alle celebri “Variazioni Diabelli”, ultimo imponente lavoro di Beethoven per pianoforte solo; una ricercatezza saranno poi le quattro composizioni per mandolino e pianoforte che figurano nel vasto catalogo delle composizioni senza numero d’opus (WoO) di Beethoven, mentre un altro concerto sarà sui compositori da lui discendenti artisticamente seguendo un albero “didattico” che ci porta da maestro ad allievo e ad allievo dell’allievo, toccando quindi autori come Czerny, Liszt, Sgambati, Siloti, fino a Rachmaninov. Saranno inoltre presenti altri autori, come Brahms, Franck, Schumann, Chopin, a ribadire l’assunto del sottotitolo “con alcuna licenza” – rispetto all’argomento preminente di Beethoven e Liszt – cui si riferisce anche il concerto liederistico su Wagner e Strauss, che per una serie di sfortunate circostanze è stato l’unico della precedente edizione a rimanere penalizzato dall’ultima chiusura dei teatri e che vogliamo quindi recuperare. Infine non potevamo esimerci dal celebrare quest’anno il sommo Dante Alighieri che Liszt, nume tutelare della nostra Rassegna, prediligeva fra tutti i poeti.
"Come per la scorsa edizione ci piace sottolineare la speciale valenza culturale dei concerti contrassegnati dalla sigla b/n: in essi vengono proposte quelle che definiamo le “Sinfonie in bianco e nero”, alludendo sia banalmente al colore dei tasti del pianoforte ma soprattutto al fatto che tali trascrizioni sono come le stampe, le quali riproducono i quadri policromi riportando fedelmente il disegno ma simulando i colori con le gradazioni del chiaroscuro. Similmente Liszt riproduce i colori dell’orchestra grazie a studiate ed efficacissime combinazioni armoniche, ma anche timbriche, stante la caratteristica disuniformità del timbro nei pianoforti dell’epoca lungo i diversi registri della tastiera (dal grave all’acuto). E il pianoforte dei nostri concerti è non solo dell’epoca ma finanche dello stesso tipo che Liszt ha usato nel concepire le sue trascrizioni o al quale era comunque profondamente abituato, avendolo usato per decenni in modo quasi esclusivo: si possono quindi apprezzare le preziose sfumature armoniche e timbriche volute dall’autore, spesso alterate nei pianoforti più moderni, e che talora sono una piacevole scoperta per gli stessi interpreti".
Giancarlo Tammaro (direttore artistico)
Organizzazione:
Associazione culturale Colle Ionci
Fondazione Arte e Cultura Città di Velletri
Con il Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Velletri
Accademia di alto perfezionamento Musicale Roma Castelli
Associazione Mozart Italia – Castelli Romani