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Paesaggi del Corpo - Festival internazionale di danza
 
Nell'ambito di Paesaggi del Corpo
 
 
Dove e Quando
Teatro Artemisio Gian Maria Volonté
Via Edmondo Fondi s.n.c. - Velletri (RM)
DOM 26 SETTEMBRE 2021 - ore 18:00

Come
Evento per: Tutti
Prenotazione: No
Per informazioni
Tel: 3312344833
 

Il Festival ha l'obiettivo di promuovere e diffondere la conoscenza della danza contemporanea in tutte le sue declinazioni con particolare attenzione a quei lavori che si collocano in un crocevia dove si incontrano le arti, innovando e dando vita a nuovi linguaggi

 

MOTUS in "A≠B Adiversodab"
una performance di danza contemporanea, energica, espressiva e a tratti ironica. Un’esibizione che affronta il tema delle diversità, interrogandosi sui concetti di uguaglianza ed equità. In breve, per denunciare che troppo spesso, citando Orwell: “Tutti sono uguali ma qualcuno è più uguale degli altri”.  A≠B utilizza il particolare stile coreografico della Compagnia per sottolineare che le diversità sono una ricchezza, da tutelare e valorizzare. Le coreografie sono di Simona Cieri (assistente alla coreografia Martina Agricoli) e la regia di Rosanna e Simona Cieri. 

 

In termini sociali ‘uguale’ sta per ‘medesimo’, ‘simile’, ma l’etimologia latina rimanda al termine aequus, con un forte richiamo al concetto di ‘equità e imparzialità per gli appartenenti alla stessa classe di equivalenza’. Si stabilisce così un’uguaglianza in base all’appartenenza ed una equità per chi fa parte del gruppo.

Quale criterio definisce l’equità e sancisce l’eguaglianza tra esseri umani? E chi decide chi è degno di essere considerato uomo e lascia ai margini chi è troppo dissimile? Oggi sono i confini politici e i passaporti che definiscono chi è fuori e dentro, con rituali di entrata, uscita, accesso (ovvero eguaglianza) o esclusione.

Il modello dominante è quello della sovranità statale basata sul principio di territorialità che delimita funzioni, identità e diritti al suo interno.

Quando circa 75 milioni di persone (come calcolato dalle Nazioni Unite nel periodo dal 1965 al 2000) attraversano confini per stabilirsi in paesi diversi da quelli di origine, chi determina dove e come siano tutelati i diritti umani? In una società mobile, con flussi migratori costanti, va riconosciuta l’uguaglianza fra chi convive e condivide la realtà sociale nel presente a prescindere dall’origine etnico-nazionale o è il passaporto, la nazionalità di provenienza a stabilire l’inclusione nel gruppo di ‘uguali’?

Sfortunatamente i principi che classificano gli “uguali” tra diverse nazionalità, o tra nord e sud del mondo, si estendono in maniera trasversale anche all’interno di una stessa nazione. Infatti, non esistono pari opportunità di genere, la povertà aumenta e la forbice tra ricchi e poveri è sempre più larga.

Come può essere garantito il principio di uguaglianza quando in Italia (Rapporto Oxfam) il 5% più ricco possiede il 40% della ricchezza nazionale netta?

Coreografia Simona Cleri

Concept e Drammaturgia Rosanna Cieri

Musica autori vari

Danzatori  Martina Agricoli, Paloma Biagioli, Filippo Di Crosta, Ilaria Fratantuono, Roberta Morello, Mattia Solano 

“AdiversodaB” è prodotto con il sostegno di Regione Toscana ed è parte del Progetto A-LIKE sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese

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Il Festival ha l'obiettivo di promuovere e diffondere la conoscenza della danza contemporanea in tutte le sue declinazioni con particolare attenzione a quei lavori che si collocano in un crocevia dove si incontrano le arti, innovando e dando vita a nuovi linguaggi

 

MOTUS in "A≠B Adiversodab"
una performance di danza contemporanea, energica, espressiva e a tratti ironica. Un’esibizione che affronta il tema delle diversità, interrogandosi sui concetti di uguaglianza ed equità. In breve, per denunciare che troppo spesso, citando Orwell: “Tutti sono uguali ma qualcuno è più uguale degli altri”.  A≠B utilizza il particolare stile coreografico della Compagnia per sottolineare che le diversità sono una ricchezza, da tutelare e valorizzare. Le coreografie sono di Simona Cieri (assistente alla coreografia Martina Agricoli) e la regia di Rosanna e Simona Cieri. 

 

In termini sociali ‘uguale’ sta per ‘medesimo’, ‘simile’, ma l’etimologia latina rimanda al termine aequus, con un forte richiamo al concetto di ‘equità e imparzialità per gli appartenenti alla stessa classe di equivalenza’. Si stabilisce così un’uguaglianza in base all’appartenenza ed una equità per chi fa parte del gruppo.

Quale criterio definisce l’equità e sancisce l’eguaglianza tra esseri umani? E chi decide chi è degno di essere considerato uomo e lascia ai margini chi è troppo dissimile? Oggi sono i confini politici e i passaporti che definiscono chi è fuori e dentro, con rituali di entrata, uscita, accesso (ovvero eguaglianza) o esclusione.

Il modello dominante è quello della sovranità statale basata sul principio di territorialità che delimita funzioni, identità e diritti al suo interno.

Quando circa 75 milioni di persone (come calcolato dalle Nazioni Unite nel periodo dal 1965 al 2000) attraversano confini per stabilirsi in paesi diversi da quelli di origine, chi determina dove e come siano tutelati i diritti umani? In una società mobile, con flussi migratori costanti, va riconosciuta l’uguaglianza fra chi convive e condivide la realtà sociale nel presente a prescindere dall’origine etnico-nazionale o è il passaporto, la nazionalità di provenienza a stabilire l’inclusione nel gruppo di ‘uguali’?

Sfortunatamente i principi che classificano gli “uguali” tra diverse nazionalità, o tra nord e sud del mondo, si estendono in maniera trasversale anche all’interno di una stessa nazione. Infatti, non esistono pari opportunità di genere, la povertà aumenta e la forbice tra ricchi e poveri è sempre più larga.

Come può essere garantito il principio di uguaglianza quando in Italia (Rapporto Oxfam) il 5% più ricco possiede il 40% della ricchezza nazionale netta?

Coreografia Simona Cleri

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Musica autori vari

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