“Diario intimo di una Cameriera”, tratto dal romanzo omonimo dello stesso Mirbeau, descrive le peripezie di Celestine, una giovane ed avvenente cameriera che passa di famiglia in famiglia senza mai trovare un ambiente che le consenta di restare e senza mai riuscire a dare una sistemazione definitiva alla propria vita, vuoi per le quasi inevitabili avances sessuali dei mariti, vuoi anche per le continue angherie delle padrone di casa e mogli dei mariti pruriginosi.
Ma è proprio nei confronti del sesso che la figura di Celestine rompe radicalmente con gli schemi convenzionali: da un lato perché l’erotismo è da lei vissuto in maniera del tutto libera e disinibita, con un atteggiamento sempre naturalmente voglioso e quasi amorevole, mentre dall’altro lato l’identificarsi come una inesauribile e prode “sessuofoba” appare quasi sempre come un estremo tentativo di pareggiare i conti con i numerosi abusi subìti sul lavoro.
Una commedia divertente ed irriverente, in cui l’erotismo si trasforma da ossessione in ironica partecipazione e si evolve in giochi grotteschi senza tempo ed in divertenti gag al limite del clownesco, per condurci verso un finale a sorpresa che non potrà non deludere per un’ennesima volta la garbata e scanzonata Celestine.
Uno spettacolo insolito ed originale, dall’esecuzione difficilissima e dal ritmo variegato, interpretato da quattro scatenatissimi attori che riescono a fare rivivere come ricorda lo stesso Mirbeau “una quantità di figure così stranamente umane e così irrimediabilmente stravaganti che sembrano quasi ossessionare … di fronte alle quali si riesce perfettamente a sentire tutta la tristezza e tutta la comicità d’essere uomini”.