La forza evocativa dei tamburi ha permesso a Nando Brusco di compiere un viaggio nella cultura popolare e nella memoria orale della sua terra. Lo spettacolo è caratterizzato dalla narrazione di storie, leggende e fatti storici realmente accaduti offerti al pubblico in forma di canti, filastrocche e cunti. Essi rivivono nel cerchio del tamburo. Strumento ancestrale che è ventre materno, voce narrante dell’umanità. Ne risulta un viaggio emozionante, fra mito e realtà. Tra voce e Tamburo.
Nando Brusco nasce a Paola e cresce all’interno di un contesto culturale popolare. Musicalmente si forma nel panorama del folk e si interessa di poesia dialettale. L’aspetto ritmico connesso al ballo tradizionale - la tarantella - lo porta a collaborare, sulla fine degli anni ’90, con molteplici formazioni di musica popolare/tradizionali come ballerino. Da questa esperienza capisce di essere profondamente legato all’aspetto del ritmo; e allo strumento che, nella musica popolare, lo genera: il tamburello. Inizia così un vero e proprio percorso esistenziale e di studi sullo strumento. Incontra i più grandi maestri: Massimo Laguardia, Alfio Antico, Paolo Cimmino, Davide Conte, Andrea Piccioni, Leon Pantarei, e diventa esperto delle varie tecniche tradizionali del sud Italia.