La mostra, curata dallo storico dell’arte Lia De Venere, riunisce una serie di fotografie di nature morte dalla connotazione marcatamente pittorialista, realizzate negli ultimi cinque anni.
Così scrive del suo lavoro la curatrice: “D’Avila costruisce l’immagine in uno spazio esiguo, trasformando pochi frutti, ortaggi o pesci in apparizioni improvvise che squarciano il buio assoluto dello sfondo, richiamando alla mente le rare affascinanti minimali composizioni del pittore spagnolo Francisco de Zurbarán (1598-1664), giocate su netti e sapienti contrasti tra luci e ombre; oppure li immerge in una luminosità abbagliante, quasi un rimando alla pittura iperrealista di Luciano Ventrone, definito da Federico Zeri “il Caravaggio del XX secolo”. Avvicina ai nostri occhi le coppe e i canestri che li accolgono, posandoli a volte su tovaglie ornate da raffinati motivi decorativi come nei dipinti dell’età d’oro della natura morta nordeuropea o su superfici specchianti che rafforzano il carattere straniante della composizione… Ad accomunare le immagini di d’Avila c’è evidentemente un’attenzione amorevole per le piccole cose che popolano il nostro orizzonte quotidiano e insieme la volontà di sottrarle dal carcere dell’ordinarietà, con l’intento di condividere con chi guarda le proprie emozioni e di conferire all’attimo lo stigma della durata”.
Orari di visita: venerdì, sabato e domenica 9:00 -13:00 / 15:00-19:00.